5 punti di forza per averli in portafoglio

5 punti di forza per averli in portafoglio


Proprio perché asset class diverse tendono a comportarsi in modo differente a seconda del momento, risultando reciprocamente decorrelate. Scenari eccezionalmente difficili per i mercati finanziari possono tuttavia “inceppare” questo meccanismo, mettendo a dura prova anche le strategie d’investimento più accorte.

Questo non significa che si possa fare a meno della diversificazione. Anzi, è proprio disponendo di un portafoglio diversificato che è possibile attutire i colpi inferti dalle crisi ed essere pronti a beneficiare dei rialzi al momento della ripresa.

Con i fondi, la diversificazione viene affidata ad un team di gestione professionale, il quale ha accesso a una grande quantità di dati e informazioni di cui difficilmente il singolo potrebbe disporre.

Inoltre, costruire un portafoglio efficacemente diversificato sarebbe eccessivamente costoso per l’investitore privato, poiché, per evitare la concentrazione su un solo mercato, è necessario effettuare l’acquisto di numerosi titoli su differenti listini. Altrettanto complesso sarebbe, per un investimento “fai da te”, il loro monitoraggio ed il relativo ribilanciamento.

Inoltre, sempre in ottica di diversificazione e decorrelazione, per un investitore privato che volesse comporre autonomamente un portafoglio assimilabile a quello di un fondo, l’acquisto di particolari asset class o strumenti con funzione di copertura (ad esempio dal rischio cambio) o arbitraggio, richiederebbe una elevata conoscenza di questi strumenti e l’utilizzo di capitali ingenti per poter accedere a queste strategie.

La Diversificazione è la regola aurea su cui poggia la nascita stessa dei fondi d’investimento, con l’obiettivo di ridurre il rischio di portafoglio.

Valorizzazione

Il valore delle quote dei fondi, in gergo tecnico NAV (Net Asset Value), è un dato sempre disponibile, in quanto oltre che essere fornito dall’Intermediario, viene pubblicato sui principali quotidiani e su Internet, affinché il risparmiatore possa essere sempre aggiornato sull’andamento del proprio investimento.

Le società di gestione devono infatti calcolare questo valore con cadenza almeno settimanale.

La maggior parte, però, esegue questo calcolo quotidianamente, secondo regole predefinite.

Il NAV è calcolato attraverso la somma del valore corrente di tutti i titoli in portafoglio, al netto delle spese, divisa per il numero totale delle quote.

La pubblicazione del prezzo è utile per conoscere il valore al quale si acquista e si vende. A questo proposito, è bene ricordare che, quando si sottoscrive un fondo, il valore di riferimento è quello del giorno in cui la somma investita diviene parte del patrimonio collettivo a tutti gli effetti. Non è dunque il NAV del giorno in cui impartisco l’ordine di acquisto, perché l’importo per essere investito deve essere nelle disponibilità della Società di Gestione. Tecnicamente il “ritardo” tra il giorno in cui dispongo l’operazione e il Prezzo fissato è di 1 o 2 giorni, a seconda della Società e dei mercati in cui investe il fondo.

Lo stesso discorso vale quando si disinveste: l’importo del rimborso viene determinato in base al valore della quota nel giorno di ricezione della domanda ed anche in questo caso, il Nav di uscita sarà quello di 1 o 2 giorni successivi.

La valorizzazione sempre disponibile, calcolata attraverso il valore di tutti gli asset presenti nel fondo, permette al risparmiatore di avere sempre in modo chiaro la consistenza del suo investimento ed il relativo andamento giorno dopo giorno.

Strategia

Molti investitori cadono puntualmente nell’errore di comprare sui valori massimi e vendere sui valori minimi, facendosi condizionare dall’emotività del momento, con il risultato di ottenere rendimenti complessivi poco soddisfacenti.



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